FROSINONE – «È come se fosse stata la prima volta in assoluto. Dopo tanto tempo tornare a correre è stato emozionante». Con queste parole Simona Magrini ha sintetizzato il pensiero di molti runner che ieri, alla 36ˆ Strafrosinone, hanno riassaporato, non senza difficoltà, l’adrenalina della gara.
Il fatto che SuperSimo lo abbia fatto con un brillante terzo posto è un dettaglio tutt’altro che trascurabile. Vivere e raccontare le sue imprese è un piacere a cui non vogliamo e non possiamo rinunciare.
Una nutrita pattuglia neroviola ha preso parte all’evento che, in virtù delle limitazioni sul numero degli iscritti, ha visto 143 atleti transitare sotto l’arco d’arrivo di Parco Matusa.
Un plauso ai nostri atleti (Roberta Luttazi, Lino Angelini, Pietro Caporilli, Lorenzo Leonetti, Fabio Ciani, Andrea Panci, Christian Milana e la già citata Simona Magrini) che hanno corso col giusto atteggiamento, facendo registrare anche ottime prestazioni cronometriche.
Come accennato, la manifestazione ha avuto più di qualche intoppo, solo parzialmente giustificabile dalla situazione emergenziale.
«Inizialmente si doveva partire tutti insieme, poi gli organizzatori, malgrado l’uso delle mascherine e il rispetto delle distanze di sicurezza, hanno deciso di partire a gruppi di cinque per volta» – ha commentato un amareggiato Christian Milana. «Così si perde lo spirito della competizione – ha continuato il presidente dell’Olibanum Overrunners – Si finisce per correre da soli, senza punti di riferimento e senza stimoli».
Più indulgente l’analisi di Simona Magrini: «Sicuramente a livello organizzativo qualcosa si poteva migliorare. Però gli organizzatori vanno elogiati perché almeno hanno provato a far ripartire il movimento».
Oggettivamente, da un punto di vista sportivo, il ritorno a una parvenza di normalità è ancora una chimera. Le difficoltà dovute all’emergenza sono tangibili ed esasperate da un crescente clima di paura.
Molte società hanno rinunciato alla programmazione di eventi e tanti atleti appaiono paralizzati di fronte a questo scenario generale dominato dall’incertezza.
Lo spettro di nuove chiusure e il peso di altre restrizioni acuiscono una situazione già fin troppo tesa. Mai come oggi agogniamo una sana e semplice quotidianità.
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