Il Coronavirus sta mettendo a dura prova il fisico e la mente di tutti. Chiusi in casa le giornate trascorrono lente, scandite da tg e bollettini della Protezione Civile. Lo sconforto per le migliaia di morti si mescola quotidianamente al sollievo per i guariti e alla speranza per i nuovi contagi. Una situazione distopica che non avremmo mai immaginato di vivere, ma con la quale dobbiamo per forza fare i conti. Proviamo ad allentare la tensione con una serie d’interviste ai nostri atleti neroviola. Vediamo di che pasta sono fatti gli Overrunners!
STEFANO ZONNINO da Olevano Romano
1) Vai al lavoro, lavori da casa o sei a riposo forzato?
Porto avanti il tirocinio universitario in via telematica, per quanto possibile.
2) Come procede la convivenza imposta con mogli/mariti, figli e/o altri familiari?
La vita in casa equivale per me a una vera e propria prigionia. Lo ammetto non è carino, ma si tratta di una prova non indifferente da sostenere.
3) Quanti chili hai messo su?
Ben contento di aver preso un paio di kg.
4) Cosa fai per tenerti in forma?
Alterno qualche giorno di salto alla corda in cortile con un po’ di moto sulla cyclette (gentilmente offerta dalle zie).
5) Stai leggendo? Se si cosa?
Ho ripreso la lettura della collana di Dylan Dog che avevo lasciato da parte, e sto finendo le ultime pagine di “Tra ragione e intuizione”, un testo di tarologia di Francesco Guarino, assai interessante.
6) In molti si stanno cimentando nelle attività più disparate (cucina, bricolage, modellismo, giardinaggio…) tu hai scoperto virtù nascoste?
Mi ritengo un creativo per natura, continuo a dedicarmi alle passioni che mi accompagnano ormai da tempo, come musica e scrittura, anche se con minore attività.
7) Se ti chiedessero di fare a meno di qualcosa per tornare subito “libero” a cosa saresti disposto a rinunciare?
Ho paura di fare il passo più lungo della gamba nel rispondere a questa domanda, ma sarei disposto a rinunciare a un bel bicchiere di birra per un mese intero!
8) L’impellente quanto deplorevole bisogno di commentare, sentenziare e lanciare anatemi insito nell’animo italico (il più delle volte senza avere competenze sul tema trattato) ha trovato terreno fertile con la diffusione del Coronavirus. Anche noi runner siamo stati (e siamo tuttora) bersaglio di critiche. Cosa pensi al riguardo?
Credo che ciò che vi è di insito nell’animo delle persone (non solo in quello italiano) riguardi anche l’invidia. La corsa è un’espressione di libertà e sentirsi negata questa sensazione porta facilmente a puntare il dito contro il bersaglio di turno. Oggi sono i runner ad essere messi “sotto accusa” domani chissà.
9) Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Ho timore che il disagio emotivo generato dalla situazione possa avere delle ripercussioni anche quando questo momento sarà passato.
10) Qual è la prima cosa che farai quando riacquisteremo la libertà?
La voglia di esplodere è tanta e molte sono le idee che solleticano la mia fantasia, ma credo che tornerò in sala a suonare.. mi manca il rock!!!
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