Da due pianeti lontani e distanti arrivano creature che, per un gioco beffardo della vita, si fanno la guerra da sempre, ma che da sempre si rincorrono e si vogliono.
“Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”, scriveva in suo famosissimo libro Jhon Gray. È così, apparteniamo a mondi completamente diversi; siamo fisiologicamente predisposti con istinti diversi; abbiamo priorità diverse. E tutto questo ci attrae e ci respinge allo stesso tempo.
Pensiamo alla Preistoria: l’uomo stava via giorni interi per procacciare il cibo e garantire il sostentamento della famiglia; la donna lo aspettava a casa tenendo il fuoco acceso e crescendo i figli. Da qui la prima spiegazione del perché il viscerale senso materno non corrisponde affatto a quello paterno: non è per cattiveria o mancanza di rispetto, è semplicemente la natura che ha deciso così.
L’emancipazione femminile ha spinto verso grandi conquiste sociali (il voto, il divorzio, l’aborto) creando i presupposti per il lavoro fuori dalle mura domestiche e il conseguente ridimensionamento del tempo dedicato alla famiglia. E proprio qui, a mio avviso, nasce il problema.
Gli uomini, per indole, non accettano di avere la propria donna fuori casa che li deleghi a svolgere i doveri domestici. Anche i più compiacenti lo fanno forzatamente e provano un senso di svilimento nell’indossare i panni del “mammo” o del casalingo.
Questo, a lungo andare, conduce la famiglia in un meccanismo convulso e pericoloso: i bambini sono simili a pacchi postali, spostati come automi da un luogo a un altro; i genitori, da bravi funamboli, si dimenano nella perenne corsa tra scuola, lavoro e supermercati. E alla sera dormono coi figli in mezzo a letto, per comodità o per colmare il senso di colpa per averli parcheggiati ovunque durante la giornata.
Lui e lei, allora, non hanno più spazio per abbracciarsi, per darsi la mano guardando la televisione, per raccontarsi le proprie emozioni, per fare pace se hanno litigato. E la vita prosegue, incalzante, spietata, piatta, sempre uguale, fino ad arrivare al baratro dell’allontanamento mentale, prima ancora che fisico.
Quello che mi sento di dire, è che ogni tanto noi donne dovremmo imparare a fidarci e ad affidarci alla semplicità del modo di vivere degli uomini, alla loro linearità, alla loro, per certi aspetti, ingenuità. Ci sentiremmo più leggere anche noi e meno stressate da tutti i doveri che la vita familiare ci impone. Ci avvicineremmo di più a loro, beneficiando di una complicità preziosa, anziché combattere la loro inimicizia.
Il rapporto di coppia non è per nulla facile, sintetizza la fusione complicata di due mondi ben saldi e distinti, la cui formula è ancora materia sconosciuta. Nel frattempo, possiamo aggiungere solo un po’ di buon senso, d’amore, di rispetto, e di qualità di vita personale che possa accrescersi con quella di coppia.
Alessia Pavoni
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