Vorrei essere la sposa di mio padre...

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Nel nostro scenario sociale ci sono tantissimi casi di donne che identificano l’ideale del proprio uomo con la figura del proprio padre.

Di frequente si sentono frasi del tipo: «Sono la principessa di papà»; «Lui mi scalda la macchina prima di andare a lavoro»; «Ancora oggi mi chiede se mi servono i soldi». Niente di più sbagliato.

L’amore che nasce in un uomo e in una donna nel momento in cui diventano genitori è assolutamente diverso dall’amore che li ha portati a scegliersi come compagni di vita.

Innanzitutto c’è quella componente d’attrazione e seduzione che non contempla affatto il sentimento di tenerezza insito, invece, nell’essere genitore; è vero anche che per natura noi donne difficilmente prediligiamo uomini iperprotettivi, premurosi, accomodanti, senza dare prima spazio alla componente sessuale.

Il problema arriva dopo la prima fase del rapporto.Dopo i primi fuochi d’artificio, le farfalle nello stomaco, i rossori, le attese al telefono, il camminare tre metri da terra, arriva, fisiologicamente, la routine che prevede affitto, bollette, figli, scuola, gite, pappe, pannolini...

In questa fase l’uomo è in difficoltà nell’assolvere i ruoli che è chiamato a ricoprire (padre, compagno, lavoratore e figlio) e, soprattutto, non è in grado di inserirsi nei ritmi frenetici della donna. Il risultato è sintetizzato nella seguente affermazione tipicamente femminile: «Lui non è premuroso come mio padre, io non sono la sua principessa».

Viva dio! Mi sento di dire. Lasciamo che i padri facciano i padri, e i compagni i compagni. Lasciamo che i padri ci guardino con gli occhi innamorati di chi, quando ha visto la striscia blu sul test di gravidanza, ha iniziato ad amarci; di chi, quando ha osservato il nostro cuoricino battere dall’ecografia, ha sentito il suo battere cento volte di più; di chi, quando ci ha tenuto in braccio per la prima volta, ha capito che del resto del mondo non gli importava più nulla.

Chi ci sceglie per la vita, ci conosce in età adulta. Non deve giustificare i nostri difetti, li può solo accettare; non può idolatrarci, può ricordarci che non siamo perfette e amarci per questo; non può dare la vita per noi, può scegliere di farla con noi. Sono amori diversi, incomparabili, e devono essere presi per quello che sono.

Chi ha la fortuna di avere un padre che l’ha resa “principessa”, deve gioire del privilegio di essere figlia superamata e compagna piena d’amore.

 

Alessia Pavoni
 


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