Il biennio 2013-2015 ha fatto registrare un aumento delle iscrizioni ai corsi sportivi extrascolastici pari al 2,7%. Ad oggi, il 40% delle famiglie con due figli contempla nelle spese familiari lo sport di quest’ultimi; la percentuale di quelle con tre figli scende al 37%.
La crisi atavica che investe il nostro Paese influisce negativamente su questa possibilità; il reddito medio percepito è inversamente proporzionale al costo elevato della maggior parte dei corsi. La società cerca come può di diffondere l’importanza della pratica sportiva attraverso campagne di sensibilizzazione. La scuola, ahimè, raramente riesce a garantire un buon risultato formativo nell’orario di educazione fisica.
In realtà per trarre giovamento da un’attività sportiva non bisogna necessariamente frequentare corsi ad hoc. Basta semplicemente muoversi, abbandonare la sedentarietà quotidiana trovando qualcosa che possa piacere e dare beneficio alla nostra mente oltre che al nostro corpo.
Allora mi rivolgo a quei genitori costretti a fronteggiare difficoltà economiche. Si può iniziare condividendo la pratica sportiva: ad esempio, andando a correre al parco la domenica mattina e concedendosi poi una bella colazione pic-nic; oppure organizzando delle mini partite o degli incontri (di calcio, pallavolo, rugby…) coinvolgendo i genitori di altri bambini; senza dimenticare una bella e salutare passeggiata in bicicletta.
In alcuni parchi è possibile praticare sport che solitamente si svolgono al chiuso: non è raro, infatti, imbattersi in lezioni di yoga, zumba o pilates. Sicuramente i costi sono ridotti non essendoci le spese cui deve far fronte una palestra. D’inverno si può optare per il pattinaggio su ghiaccio: molte piste sono gratuite e garantiscono divertimento e benessere.
Questi piccoli suggerimenti possono condurre a un duplice risultato: innanzitutto fanno muovere adulti e bambini, con tutti i benefici che ne conseguono; in più creano l’occasione per trascorrere del tempo insieme, soprattutto ora che le famiglie tendono alla disgregazione e i figli vengono passati da una casa all’altra come pacchi postali.
Vorrei concludere con una chicca ispiratami da una cara amica. La sua famiglia ha un piatto preferito: il figlioletto l’ha chiamato “l’avocado toast”. Quando me l’ha detto mi ha fatto tanto ridere e mi ha intenerito allo stesso tempo. Ho pensato alla felicità di questo piccoletto nell’aspettare “l’avocado day”: il giorno in cui dietro a del pane bruscato con uovo, avocado e salsa guacamole si racchiude la magia di una serata in famiglia.
E allora dopo esservi dedicati all’attività fisica… concedetevi un’abbuffata casalinga d’amore!
Alessia Pavoni
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